REALIZZAZIONE NUOVO MUSEO DEL NOVECENTO NELL’ARENGARIO IN PIAZZA DUOMO
INFO
Sede: Milano
Committente: Comune di Milano
Periodo lavori: 2007 – 2010
Importo complessivo lavori: 17,3 milioni di euro
IL PROGETTO
La trasformazione del Palazzo dell’Arengario in Museo del Novecento si è posta quale obiettivo fondamentale l’organizzazione all’interno del contenitore storico di un sistema museale semplice e lineare, che permettesse di ottimizzare l’utilizzo degli spazi a disposizione e di restituire un’immagine forte e attraente all’edificio e alla nuova istituzione, così da trasformarlo in uno dei luoghi privilegiati della cultura a Milano. Nello spazio verticale della torre, è stato inserito un sistema di risalita verticale con una rampa a spirale che dal livello della metropolitana raggiunge la terrazza panoramica affacciata su piazza Duomo. Lo scalone, la terrazza e lo splendido balcone coperto faranno parte di un percorso che offre su Piazza Duomo una visione particolare ai milanesi e ai turisti. L’edificio dell’Arengario è direttamente collegato al secondo piano di Palazzo Reale tramite una passerella sospesa. Questo “pontile”, discreto e minimale non è semplicemente un ponte tra due edifici, ma anche un modo di scoprire l’affascinante stratificazione storica dei palazzi dell’area compresa tra via Rastrelli e piazza Diaz.
La programmazione dei lavori è stata sviluppata secondo le quattro macro-aree di intervento previste nel progetto ed in particolare la “torre monumentale” su Piazza Duomo e Piazzetta Reale (denominata corpo A), il corpo di collegamento con il porticato tra via Marconi e Piazzetta Reale (denominato corpo B), la manica lunga sviluppata lungo la via Marconi (denominato corpo C) ed il blocco facente funzione di collegamento fra i vari piani posizionato nel cortile interstiziale tra la manica lunga e il fronte quattrocentesco di Palazzo Reale (denominato corpo D).
Le opere di demolizione, sostanzialmente, hanno interessato tutte le strutture interne esistenti, preservando, generalmente, le sole strutture principali verticali esterne in modo da realizzare una sorta di “svuotamento” dell’involucro, ad eccezione del corpo D che è stato interamente demolito e ricostruito. Alcune strutture interne di pregevole valore architettonico sono state protette e successivamente restaurate, seguendo le indicazioni della Soprintendenza ai Beni Architettonici; in particolare è stata mantenuta una porzione della volta del corpo A, il solaio nervato in cls armato del corpo B che identificava l’ex passaggio dei tram e la volta nella “Sala delle Colonne” nel corpo C. Per garantire una adeguata protezione alle strutture, già indicate sugli elaborati grafici di progetto, durante la fasi di demolizione sono state previste alcune opere provvisionali di elevato valore ingegneristico atte ad evitare assestamenti e cedimenti strutturali causati dai lavori di demolizione (ponteggi strutturali, tiranti, puntellazioni, etc..). Considerata la limitata dimensione delle aree di intervento interne, le demolizioni sono state effettuate con l’uso di minimacchine operanti direttamente sui piani oggetto di demolizione. Durante le fasi di scavo della corte interna lato Palazzo Reale sono stati rinvenuti alcuni reperti archeologici di epoca romana e medioevale pertanto; durante le fasi di scavo si è resa indispensabile la presenza di archeologi ed il continuo monitoraggio delle lavorazioni da parte della Soprintendenza competente.
LAVORAZIONI
Le lavorazioni che hanno riguardato sia la demolizione che la ricostruzione dell’edificio con la nuova destinazione d’uso hanno comportato un notevole impegno dal punto di vista tecnico-organizzativo. Una delle lavorazioni eseguite che ha presentato notevoli criticità, e per questo ha necessitato dell’utilizzo di tecnici e maestranze di particolare professionalità, è stata la realizzazione della struttura della rampa di forma curvilineo-elicoidale che si sviluppa intorno alla struttura in cls armato denominata “cactus” nel corpo A. Tale struttura è realizzata da 96 conci metallici del peso di circa 1.000kg/cad, ognuno avente dimensioni diverse. Tali “conci” sono stati posizionati ed uniti tra loro tramite unioni saldate realizzate in opera, sostenuti da mensole metalliche di varie sezioni ancorate alla struttura centrale in cls armato ed ai pilastri perimetrali mediante piastre annegate nel getto di calcestruzzo. La lavorazione ha richiesto l’utilizzo di mezzi di sollevamento appositamente studiati necessari al posizionamento del “concio” nella giusta posizione con tolleranze, tipiche delle strutture in acciaio, dell’ordine del millimetro. Il processo di saldatura, effettuato da personale qualificato, è stato continuamente controllato tramite tecnici di laboratorio certificato attraverso prove non distruttive con metodo visivo, a liquidi penetranti e magnetoscopico.
La realizzazione della struttura della rampa ha richiesto l’impiego di circa 10unità/giorno x 240giorni circa. Esternamente al sistema cactus – rampa è stato realizzato una chiusura trasparente denominata “cestino” avente una forma simile ad un tronco di cono irregolare e costituito da una struttura in acciaio all’interno della quale sono alloggiati i vetri con forma romboidale, stratificati e temperati, ancorati con un sistema misto telaio – rotule – tensori in acciaio. Il sistema “cestino – rampa elicoidale – cactus”, che è facilmente visibile anche da Piazza Duomo, è sicuramente l’elemento più caratterizzante dal punto di vista artistico – architettonico dell’intero intervento. Dal punto di vista ingegneristico è stata rilevante anche la realizzazione della passerella di collegamento fra il Museo del Novecento e Palazzo Reale. La passerella, che con un andamento non lineare si sviluppa per circa 12 m, ha struttura in carpenteria metallica ed è costituita da travature reticolari assemblate. Per evitare il trasferimento di carico sulla facciata quattrocentesca di Palazzo Reale, lo schema statico previsto è a mensola, pertanto l’ancoraggio della passerella è completamente affidato alla struttura in cls armato appositamente realizzata lato Museo. Grande attenzione è stata dedicata anche al restauro delle superfici esistenti, fase che ha comportato la presenza di maestranze altamente specializzate. Tutte le lavorazioni di restauro sono state concordate e definite, durante tutto il corso delle lavorazioni, con la Soprintendenza ai Beni Architettonici competente. Particolarmente significativo è stato il taglio ed il successivo restauro di parte della volta rimanente nel corpo A, all’interno della quale è collocato l’elemento fortemente caratterizzante il progetto, ovvero il sistema “cestino – rampa elicoidale – cactus” sopra descritto.
IL CANTIERE
L’organizzazione logistica ed operativa del cantiere ha richiesto in fase iniziale un accurato ed approfondito studio per risolvere le problematiche derivanti dalla collocazione dell’edificio e dal suo limitato spazio a disposizione, nonchè dalla rilevante estensione ed articolazione della superficie oggetto di intervento. Per limitare i disagi ai cittadini, garantendone la sicurezza, e per permettere agli addetti ai lavori di operare in un’area ben definita e priva di interferenze esterne, è stata realizzata una cesata a perimetrazione del cantiere costituita da elementi in cls armato (tipo new jersey) su cui sono state montate delle strutture metalliche a sostegno di pannelli di legno. Tale pannellatura è stata poi impiegata, vista la collocazione “strategica” del cantiere, dall’Amministrazione Comunale per l’affissione di informazione istituzionale nei confronti della cittadinanza. Per la movimentazione del materiale sono state installate due gru a torre (Raimondi mrt 84 – h 48,7m – braccio 51m, Raimondi mrt 156 – h 42,0m – braccio 50m) i cui raggi di azione hanno coperto la totalità delle aree di cantiere. Un sistema di ponti di carico ha permesso il “tiro al piano” dei materiali ai vari livelli del corpo A, che ha fatto da collegamento principale fra “l’esterno” e le altre zone di intervento ed in particolare con il corpo di collegamento con il porticato tra via Marconi e Piazzetta Reale (denominato corpo B), con la manica lunga sviluppata lungo via Marconi (denominata corpo C) ed il blocco facente funzione di collegamento fra i vari piani posizionato nel cortile interstiziale tra la manica lunga ed il fronte di Palazzo Reale (denominato corpo D).
Su quasi tutto il perimetro dell’edificio (via Marconi, P.za Duomo, via Rastrelli) è stato realizzato un ponteggio strutturale che ha sostenuto le pareti esterne le cui facciate sono vincolate dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici, mentre venivano eseguite le demolizioni interne necessarie per la realizzazione di quanto previsto dal progetto. Successivamente alla fase di demolizione e ricostruzione, il ponteggio strutturale è stato sostituito da quello di tipo tradizionale (cavalletti ed SM8) per eseguire le lavorazioni di restauro, che hanno interessato la totalità delle facciate, e le opere di “finitura”. Degno di nota è il sistema di baraccamento realizzato che per il limitatissimo spazio a disposizione e per ragioni organizzative ha visto le baracche montate su due livelli. Gli spazi al piano terra, accessibili in modo diretto, sono stati destinati alle maestranze, mentre quelli del piano primo, raggiungibili mediante una scala metallica esterna, sono stati riservati al personale tecnico.