RESTAURO ARCHITETTONICO E STRUTTURALE DEL COMPLESSO MUSEALE DEGLI UFFIZI
INFO
Sede: Firenze
Committente: Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Firenze
Periodo lavori: 2006 – in corso (già completati e consegnati alcuni lotti)
Importo complessivo lavori: 46 milioni di euro
IL PROGETTO
Il cantiere dei Nuovi Uffizi, finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e diretto dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, è uno dei più estesi interventi del genere in Europa. Il progetto esecutivo è suddiviso in due lotti distinti di cui il primo, già ultimato, ha previsto il recupero di nuovi spazi espositivi al piano primo e al piano terra, con incremento della superficie totale espositiva dagli attuali 5.400 mq a circa 12.000 mq, l’adeguamento generale della rete impiantistica, il potenziamento dei sistemi di sicurezza, l’incremento dei servizi e dei laboratori, la revisione degli spazi per il personale e la riforma dei percorsi di visita. Nel secondo lotto è prevista la realizzazione di una sezione statuaria al piano terra del braccio di ponente, l’inserimento di nuovi locali di ristoro nell’area delle ex Poste Reali e la valorizzazione integrale del sistema museale Uffizi-Pitti, attraverso l’adeguamento del Corridoio Vasariano alle norme di sicurezza.
Con il progetto dei Nuovi Uffizi si configura pertanto un assetto completamente nuovo della Galleria, che coinvolge l’intero sistema dei percorsi di visita, la distribuzione interna dei servizi e le modalità di godimento delle opere esposte. Resta confermato il sistema d’ingresso per i visitatori attraverso le sale dell’accoglienza e la salita diretta al piano secondo. Il percorso interno principale è garantito da due nuovi collegamenti verticali, uno nell’estremità del braccio di ponente, che consentirà la discesa dal piano secondo al piano primo; l’altro nel braccio di levante, in corrispondenza dell’ex aula di San Pier Scheraggio, che dal piano primo assicurerà la discesa al piano terra e quindi agli spazi d’uscita su piazza del Grano. Questo percorso consente all’ospite più esigente deviazioni di approfondimento conoscitivo, per un tempo di visita stimato tra le 6 e le 8 ore. Tutte le sale espositive saranno dotate di un sistema integrato di supervisione e controllo delle condizioni ambientali e di sicurezza, costituito da apparecchiature specialistiche.
Per non creare alcun disagio ai visitatori ed al personale interno, garantendo l’apertura permanente della Galleria, i lavori sono stati articolati in aree omogenee verticali ed una trasversale, relativa alle dorsali impiantistiche. Si tratta di aree produttive autonome, con sviluppo prevalentemente verticale, strutturate in sub-aree funzionali utilizzabili immediatamente dopo il loro completamento. Questo modello organizzativo consente la crescita temporale della Galleria e dei relativi servizi, secondo la direttrice dettata dalla visita museale, evitando l’apertura di aree espositive non collegate funzionalmente.
LAVORAZIONI
La realizzazione dei lavori per i Nuovi Uffizi si caratterizza essenzialmente per la condizione di operare all’interno del Complesso Vasariano garantendo e mantenendo attive tutte le attività museali; e all’esterno per la condizione di operare sulla piazza del Centro Storico di Firenze visitata da ogni singolo turista ospitato dalla città. Ciò si traduce in un continuo lavoro preliminare di indagine, studio e previsione degli effetti su ogni possibile aspetto del contesto ambientale comunque coinvolto a qualsiasi titolo dall’esecuzione della singola lavorazione, provvedendo, quindi ad adottare tutti i provvedimenti necessari atti a garantire l’incolumità a terzi e proteggere beni e cose, oltre a garantire un ambiente di intervento in piena sicurezza.
Il progetto pone particolare attenzione agli interventi di consolidamento strutturale e ciò in considerazione della emanazione ed adozione da parte della Direzione Generale dei Beni Architettonici e Paesaggistici del Ministero dei Beni e le Attività Culturali delle ‘’Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni’’ (Luglio 2006). Le tecniche adottate e di seguito descritte, sono tese a garantire adeguati coefficienti di sicurezza nei confronti della vulnerabilità sismica, e sono individuate in funzione del contesto dei luoghi e delle membrature che vanno ad investire, garantendo la minima invasività possibile. Si ritiene quindi di aver raggiunto il migliore compromesso tra l’esigenza della conservazione e quella della sicurezza, limitandoci a contrastare i possibili cinematismi con interventi il più possibile reversibili e mirando a sanare i punti individuati come critici, e le carenze costruttive dell’apparato murario o delle strutture voltate con tecniche e modalità operative che, pur garantendo un miglioramento della situazione statica esistente, rispettano la natura materica e del ‘sistema strutturale’ originale accertato. Nello specifico sui sistemi voltati secondari, in presenza di stati fessurativi ritenuti rilevanti, è stato previsto il consolidamento con sottarchi di scarico realizzati in opera con legno lamellare per migliorare possibili meccanismi di perdita dell’equilibrio, a meno di considerevoli perdite di forma. Al fine di garantire il sicuro contatto con la voltina soprastante, ogni singolo arco è stato espressamente sagomato sul posto per mezzo di maestranze specializzate. Il consolidamento del sistema voltato principale è stato realizzato impiegando le fibre di carbonio anziché le cappe in c.a. al fine di garantire una maggiore reversibilità dell’intervento stesso. Analogamente il collegamento delle murature perimetrali, che solitamente si esegue a livello del piano di calpestio mediante solette in c.a., è stato sostituito da una serie di catene piatte in ferro disposte in ogni singola sala. Anche quando le esigenze progettuali prevedevano l’apertura di nuovi vani, piuttostochè grandi asole per il passaggio impianti, nelle murature esistenti si è prestata attenzione al contenimento delle porzioni da demolire ed alla progettazione della cerchiatura di consolidamento. Sono state adottate, inoltre, anche le tecniche meno invasive possibili, quali dischi diamantati e carotatrici, piuttosto che il martello demolitore. Grande attenzione alle Linee Guida, è stata prestata anche nella redazione del progetto impiantistico non solo studiando tutti i percorsi delle tubazioni e delle condotte per ridurre al minimo il loro impatto sulle strutture portanti murarie, ma anche introducendo delle soluzioni alternative. E’ questo il caso delle quinte tecnologiche, introdotte all’intero delle sale espositive più difficili da raggiungere per l’impianto di climatizzazione a tutt’aria. Spesso il contesto ambientale in cui si sono dovute eseguire le lavorazioni ha reso le stesse particolarmente interessanti. Si pensi al riguardo alla realizzazione delle nuove catene strutturali, previste per il consolidamento di alcune murature esistenti. L’operazione di perforazione della muratura, propedeutica all’alloggiamento della catena, è stata eseguita durante l’orario di apertura del Museo, ovvero, mentre sul ponteggio gli operatori eseguivano la lavorazione, sotto di loro i visitatori erano in coda alla Biglietteria. Altro esempio, non meno significativo, di lavorazione svolta in un contesto alquanto difficile è la realizzazione del cunicolo impiantistico, che ha attraversato il Piazzale degli Uffizi collegandone i due lati lunghi ed opposti. Anche in questo caso, come per le perforazioni, le operazioni sono state sempre eseguite garantendo la fruibilità degli spazi esterni in piena sicurezza per i cittadini, pertanto prevedendo ed anticipando tutte le possibili criticità dei lavori. Nei casi in cui non si è riscontrata una compatibilità degli interventi con le esigenze turistiche e le attività museali, si è provveduto ad eseguire le stesse durante l’orario di chiusura del Museo.
IL CANTIERE
Adottando, come riferimento, la ripartizione logistica degli interventi che compongono il progetto complessivo di restauro e adeguamento del Complesso Museale degli Uffizi indicata nel Piano di Sicurezza e Coordinamento, l’Impresa ha provveduto ad analizzare le caratteristiche di ogni singola Unità Ambientale ed a identificare le difficoltà operative insite nella realizzazione dei lavori sia in termini di accessibilità, di agibilità e di approvvigionamento. Conseguentemente ha valutato le esigenze organizzative a cui è necessario assolvere per la realizzazione dei lavori ed ha sviluppato una propria proposta di realizzazione e gestione del cantieramento complessivo che si caratterizza per i seguenti fattori principali :
– Adozione di singole aree di supporto satellite poste in prossimità delle aree oggetto di intervento
– Adozione di un’area di smistamento approvvigionamenti a sostegno delle aree.
– Sviluppo di una procedura di assistenza e scorta a terra per i mezzi che trasferiscono gli approvvigionamenti;
– Adozione Protocollo di Sicurezza integrato con Corpo di Guardia del Museo per la vigilanza diurna e notturna al cantiere;
– Sviluppo verticale delle aree di supporto satellite (strutture a più piani) per il contenimento degli ingombri fissi a terra.
La soluzione progettuale delle aree di supporto, con particolare attenzione a quelle previste all’interno del Piazzale Uffizi, è emersa nell’ambito delle attività preliminari e propedeutiche all’inizio dei lavori e più segnatamente nel corso della progettazione del cantieramento, dopo aver verificato la reale disponibilità dell’Amministrazione Comunale all’occupazione del suolo pubblico ed ai provvedimenti viari da adottare. Degne di nota sono le aree di supporto presenti nel Piazzale Uffizi, realizzate in aderenza all’ala di Ponente, in quanto caratterizzate da una struttura in acciaio di dimensioni in pianta 8 m x 30 m ed altezza 30 m ed attualmente 15 m la prima, ed 8 m x 15 m ed altezza 15 m la seconda. La prima struttura metallica, con fondazioni fuori terra, ha consentito di sostenere una piattaforma di stoccaggio e carico prevista sopra la copertura della galleria al piano secondo, nonché di recuperare ulteriore superficie di stoccaggio del materiale per mezzo degli impalcati realizzati ai vari piani, consentire l’accesso diretto al piano primo della galleria e ridurre significativamente l’ingombro a terra rispetto a quello previsto dal PSC.
APPROFONDIMENTO: MODALITA’ DI CANTIERAMENTO NON INVASIVA E VERTICALE
In considerazione della necessità di operare in contesti di grande pregio urbano, nei centri storici di città d’arte di primaria importanza, con tutto quello che consegue in termini di attenzione a non generare interferenze con la viabilità, i flussi turistici e la vita dei quartieri storici, le imprese del Raggruppamento hanno maturato una specifica capacità tecnica nell’attuazione di modalità di cantieramento non invasivo, a prevalente sviluppo verticale in maniera da impegnare poco spazio al suolo e proteggere il contesto da polveri e rumori. L’intervento che contraddistingue per capacità operativa e organizzativa questa specializzazione per CMSA Soc. Coop. senza dubbio è il restauro del Complesso Museale degli Uffizi di Firenze. Si tratta di un intervento che rappresenta non solo una delle più rilevanti grandi opere pubbliche italiane ma che si è rivelato anche un formidabile esempio di cantiere innovativo e aperto alla sperimentazione tecnologica, in cui sono stati realizzati interventi, ad esempio, di consolidamento all’avanguardia nell’applicazione delle “linee guida” per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale, non appena pubblicate. La modalità stessa di attuazione di questo cantiere rappresenta una forma di eccellenza specialistica: si basa su pochi apprestamenti verticali organizzati come vere e proprie “macchine tecnologiche”, che lasciano il piazzale vasariano libero per la fruizione delle migliaia di turisti che continuano a visitare il museo in completa sicurezza, anche in contemporanea con i lavori. Altro intervento di restauro significativo nel panorama nazionale per CMSA Soc. Coop. è stato quello dell’Arengario – Museo del Novecento di Milano, realizzato in tempi record e che rappresenta la conversione di spazi monumentali moderni, realizzati su Piazza Duomo negli anni Trenta, in un museo di arte moderna. Anche in questo caso l’apprestamento di cantierizzazione a prevalente sviluppo verticale ha consentito di operare in Piazza Duomo a Milano senza particolari interferenze.
Visto che il cantiere classico si sviluppa prevalentemente in orizzontale (ovvero su un unico piano a terra), per poter contenere tutti gli elementi necessari al suo interno, occupa generalmente un’area netta al suolo decisamente elevata: questo può diventare un problema in contesti critici come i centri storici. L’idea che pone le basi per superare il concetto di ‘cantiere ordinario’, è quella di progettare una vera e propria struttura sviluppata su diversi livelli, all’interno dei quali sono distribuite tutte le aree e le attrezzature previste all’interno di un normale cantiere. Si tratta infatti di estrarre i vari elementi presenti in un cantiere orizzontale e ripartirli in modo logico e funzionale sui vari piani della struttura. L’elemento che assume un’importanza fondamentale è dunque lo sviluppo ‘verticale’, che permette di racchiudere tutti questi spazi ed allo stesso tempo limitare al massimo l’area d’ingombro al suolo; inoltre la disposizione su livelli garantisce notevoli vantaggi funzionali: essi possono essere progettati ed organizzati in modo tale da ottimizzare i processi lavorativi da un punto di vista realizzativo e tempistico, e da agevolare i processi di movimentazione e stoccaggio dei materiali.